Che l’olio di oliva extra vergine sia uno degli alimenti più importanti di tutta la cucina mediterranea non è più una novità e, anzi, proprio coloro che guardano alla dieta dei paesi che si affacciano su questo mare interno, hanno sempre posto l’accento sul fatto che sia proprio il succo di queste olive a conferire elevate caratteristiche di genuinità alle pietanze mediterranee.
E come potrebbe non essere così? L’olio d’oliva extra vergine è un prodotto ottenuto per mezzo di sola lavorazione meccanica e, se vi è ancora chi non crede nella qualità di quello prodotto nelle regioni del sud Italia, basti sapere che il CNR ha creato una "carta d’identità" dell’olio extravergine di oliva italiano grazie alla quale è possibile riconoscere le specie certificate e controllate, vale a dire quelle che rappresentano nel mondo tutta la bontà dell’arte culinaria meridionale.
Se la Calabria è riuscita ad imporsi all’attenzione del pubblico mondiale per la bontà della sua produzione di olio d'oliva extra-vergine, ciò lo si deve ad un processo, lento ma costante, che ha portato nei millenni allo sviluppo di una cultura dell'ulivo profondamente radicata in ogni territorio dell'antica Magna Grecia.Nel tempo, questo ha permesso alle diverse regioni di creare dei particolari tipi di olio, che oggi si distinguono fortemente l’uno dall’altro e, grazie ai quali, può essere degustato tutto il sapore antico di simili terre.
In Calabria, i tre olii extra vergine più tradizionali sono quello DOP Brutio, il Lametia e l'Alto Crotonese: ancora oggi, questi sono prodotti soltanto per mezzo di tecniche artigianali, tramandate ed affinate con massima precisione per restituire un alimento senza eguali.
La cultura che riguarda la produzione di olio si è generata in Calabria a partire dalla Magna Grecia quando, grazie all’influenza delle popolazioni dell’Asia Minore, l’ulivo venne importato nella regione per poi essere supportato nella commercializzazione da parte dell’organizzazione dell’Impero Romano, che in poco tempo ne diffuse l'utilizzo in tutta la penisola italica.
Nonostante il sempre maggiore sviluppo delle varie tecniche industriali disponibili nel settore dell’agricoltura, vi sono ancora paesi della Calabria presso i quali i contadini tendono a limitare al minimo l’influenza tecnologica, affinché il sapore dei propri prodotti possa riproporre la stessa bontà di cui si cibavano gli antichi.
Procedendo alla raccolta delle olive per mezzo di lunghi bastoni con i quali aiutare i frutti a cadere dall’albero, conservandoli in apposite cassette aerate presso luoghi privi di calore per un massimo di 18-24 ore onde evitare la fermentazione anaerobica che inevitabilmente ne trasformerebbe odore, sapore e fattezza; nonché eseguendo molitura, gramolatura ed estrazione del mosto impiegando arnesi semplici per quanto efficienti, è naturale che l’olio extra vergine di oliva calabrese si presenti come un prodotto di altissima qualità. Con il Colli di Tropea, l’olio del Savuto o quello della Locride, basta un solo cucchiaio per cambiare completamente l’esperienza culinaria che si intraprenderà degustando lo specifico piatto.